20 giugno 2014

Ordet (Carl Theodor Dreyer, 1955)

Titolo Originale: ORDET
Regia: Carl Theodor Dreyer
Interpreti: Ann Elisabeth Rud, Birgitte Federspiel, Henrik Malberg, Preben Lerdorff Rye
Durata: h 1.59
Nazionalità: Danimarca 1955

Opera straordinaria e probabilmente migliore risultato del grande regista, l'adattamento di Carl Theodor Dreyer della commedia di Kaj Munk è davvero una rarità cinematografica.






Con scarsità di mezzi e nessun effetto speciale, Ordet riesce a convincere il pubblico che un miracolo possa accadere davvero. Il film racconta la storia dei Borgen, una famiglia di contadini uniti e amorevoli ma minacciati da tensioni interne, soprattutto a causa dell'indocile carattere di uno dei fratelli maggiori, che sembra aver perso la ragione dopo gli approfonditi studi di teologia. Non tutti però pensano che Johannes (Preben Lerdorff Rye) sia pazzo, e quando Inger (Birgitte Federspiel), la moglie di un altro fratello, muore, il figlio gli chiede di resuscitarla, cosa che Johannes farà per davvero alla fine del film. Di fatto, Dreyer lascia decidere allo spettatore se il riaprire gli occhi della donna sia semplicemente una questione spiegabile scientificamente o piuttosto frutto della forza della fede, ma la scena è straordinariamente potente, proprio perché il regista non dà spiegazioni né accentua il meccanismo drammatico del film: la scena persuade per il suo tono di quiete e per tutto ciò che la precede.

Per molti aspetti questo è davvero il più "realistico" o  "naturalistico" dei film che riguardano il potere della fede, dell'amore (in tutti i sensi) e dell'ultraterreno; Dreyer evita ogni trucco. Se le consumate ma ancora bellissime immagini in bianco e nero di Henning Bendtsens donano al cottage e ai campi dei Borgen una brillante qualità, i lunghi piani sequenza dal ritmo lento di Dreyer e la regia essenziale possono far pensare che il film sia un ordinario "dramma da camera". Solo la voce un po' infantile di Johannes pare strana, facendo dubitare della sua sanità mentale. La grandezza di Ordet si trova qui: quando avviene il "miracolo", il film ha già guadagnato il rispetto del pubblico per il suo carattere intimista: capiamo le persone sullo schermo perché le loro azioni, le emozioni, i pensieri e i dubbi sono i nostri. Quando Inger riapre gli occhi, siamo stupiti, felici, veramente sorpresi, proprio come i personaggi del film. Anche se Ordet non converte alla fede, siamo certi di aver assistito a un momento di arte cinematografica al suo grado più alto. GA

1001 FILM - I GRANDI CAPOLAVORI DEL CINEMA - a cura di STEVEN JAY SCHNEIDER - pubblicato da ATLANTE srl








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Posted By: HDMAN

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