Si tratta, però, solo di un'oasi - o meglio di un miraggio - nel bel mezzo di un conflitto devastante. Da ciò prende spunto il film: il rango di questi ufficiali, la loro educazione e i loro valori non bastano a sollevarli dalla profonda iniquità della guerra, dove le pallottole non fanno distinzioni. I francesi cercano instancabilmente di scavare un tunnel per fuggire, senza considerare che, una volta tornati in libertà, il falso cameratismo dovuto alla prigionia si dovrà inevitabilmente scontrare con la dura realtà della vita.
Uno degli aspetti più incisivi de La grande illusione è la sensazione che i personaggi desiderino inconsciamente un diverso stato di cose. Si percepisce che il malinconico comandante von Rauffenstein vorrebbe poter socializzare con gli ufficiali francesi, in circostanze diverse e meno gravi.
Nel campo di prigionia, Rosenthal (Marcel Dalio), un giovane ebreo, rappresenta un forte avvertimento degli orrori che si sarebbero compiuti da lì a pochi anni nella Seconda guerra mondiale. Non a caso, durante l'occupazione della Francia, i tedeschi bandirono La grande illusione, tanto chiara appariva la sua visione della realtà. Questo indimenticabile film di Renoir, con i suoi splendidi personaggi, i temi profondi e i dialoghi coinvolgenti, poteva andare perduto per sempre a causa della sua profetica visione politica: è una chiara dimostrazione della forza del cinema e della sua capacità di trasmettere verità universali e insegnamenti morali.
Titolo Originale: LA GRANDE ILLUSION Regia: Jean Renoir Interpreti: Pierre Fresnay, Erich von Stroheim, Jean Gabin, Gaston Modot Durata: h 1.57 Nazionalità: Francia 1937
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